Fino al 20% dei colangiocarcinomi intraepatici presenta fusioni del gene FGFR2 per cui pemigatinib è già rimborsato in chi è progredito a una prima linea a base di platino. Futibatinib è un nuovo super inibitore di FGFR 1-4 che nello studio FOENIX-CCA2 ha dimostrato ORR del 42%, PFS di 9 mesi e 22 mesi di median OS in pazienti già trattati con chemioterapia.
Sintesi
Fino al 20% dei colangiocarcinomi intraepatici presenta fusioni del gene FGFR2 per cui pemigatinib è già rimborsato in chi è progredito a una prima linea a base di platino. Futibatinib è un nuovo super inibitore di FGFR 1-4 che nello studio FOENIX-CCA2 ha dimostrato ORR del 42%, PFS di 9 mesi e 22 mesi di median OS in pazienti già trattati con chemioterapia.
Inoltre, a livello preclinico, è stata evidenziata elevata attività in presenza di mutazioni acquisite di FGFR2.
Sulla base di questi dati è aperto un uso compassionevole di futibatinib nei colangiocarcinomi intraepatici progrediti a pemigatinib.
Quale è la rilevanza pratica di questa novità?
Fino a qualche anno fa era difficile poter pensare a un approccio molecularly-driven nel colangiocarinoma intraepatico.
Oggi abbiamo addirittura la possibilità di una sequenza terapeutica dalla seconda linea con pemigatinib seguito da futibatinib nei pazienti con fusione di FGFR2. I tassi di risposte sono 6 volte superiori alla chemioterapia standard, le sopravvivenze mediane triplicate e le tossicità ridotte.